Le 5 sponde
Sorprendente alleanza tra mare e terra, il Mediterraneo è troppo stretto per separare, troppo largo per confondere. Tesse, attraverso i viaggiatori che la attraversano o la aggirano, la culla di una civiltà della parola e della scrittura, dell’incontro e del confronto. Meno mare che rive, è «un mondo a pezzi le cui schegge risplendono come tante scintille di un passato bagliore» (1).
Alle città fondate sulle sue rive fa sentire il suo richiamo: “Andiamo all’altra sponda! », quello che fecero Odisseo ed Enea, ma anche Giona e Paolo, senza tralasciare Francesco, Ignazio e tanti altri. Da Nord a Sud, da Est a Ovest, a seconda dei venti e delle correnti del momento, le navi lo attraversano, portando la ricchezza l’una dell’altra, mescolando sapori e lingue.
Accanto a marinai, commercianti e diplomatici, l’area mediterranea è stata percorsa da pellegrini e studiosi, alla ricerca di luoghi sacri condivisi, curiosi di antichità e usanze memorabili. Nel tempo il Mediterraneo ha acquisito questo status privilegiato di via di apprendimento, come se si dovessero cercare altrove nel Mediterraneo le radici della propria civiltà.
« Lo stagno di un tempo non è più il centro delle decisioni nel mondo di oggi ma, attraverso la sua parola compresa molto presto in opere che si sono dimostrate durature, è uno di quei grandi significanti che permettono il pensiero vero, quello che non si arrende cercando di sbarazzarsi dei miti. (2)
(1) E. Errera, “I poeti del Mediterraneo. Antologia », Gallimard, 2013, p. 21.
(2) Y. Bonnefoy, “I poeti del Mediterraneo. Antologia », Gallimard, 2013, p. 15.